Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri reddito di cittadinanza e quota cento per le pensione. L’accordo, dopo un vertice Dio Maio Salvini e Conte, al quale hanno preso parte tra gli altri il ministro dell’Economia Giovanni Tria, e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha dato il via libera al decreto legge.
Le misure di sostegno al reddito valgono per chi si trova in territorio nazionale da almeno 10 anni. Requisito che intende porre anche la provincia di Trento, estendendolo agli aiuti provinciali come l’assegno unico: non solo il sostegno al reddito ma anche il mantenimento dei figli, le agevolazioni per i servizi all’infanzia e gli aiuti per gli invalidi. Per le casse provinciali, però, c’è anche il rischio di non risparmiare neanche un centesimo dall’ introduzione del reddito di cittadinanza: se in un primo momento ha prevalso l’ipotesi che la misura voluta dal Movimento 5 Stelle assorbisse completamente il sostegno al reddito contenuto nell’assegno unico, con un risparmio di circa 25 milioni di euro, ora sembra che lo Stato sia intenzionato a erogare solo la differenza fra l’importo del reddito di cittadinanza e altre misure simili implementate a livello locale. Tagli in vista anche per Progettone e Intervento 19: l’assessore Spinelli si è detto intenzionato a deviare una parte delle risorse utilizzate per queste misure su corsi di qualificazione che portino ad un lavoro al di fuori dell’ambito provinciale.
