Tutt’altra la versione dei consiglieri dimissionari, che hanno parlato di una presidenza personalistica di Mattarei, poco trasparente che ha condannato il cda all’immobilismo su diverse questioni, non solo quella del credito cooperativo.
Troppe le riunioni fiume convocate per dirimere i nodi del settore. A un certo punto si è scelto di dire stop.
Una decisione presa non a cuor leggero, ma davanti a tutto è stato deciso di mettere la coesione del sistema cooperativo a forte rischio di frattura secondo i consiglieri.
Nessuna intimidazione quindi nei confronti dell’ex presidente.
I poteri forti denunciati dalla Mattarei che avrebbero frenato la sua azione riformatrice non esistono, almeno nel senso indicato dall’ex presidente.
Naufragato anche il dialogo sullo statuto. A questo punto, col consiglio decaduto, la palla passa al collegio sindacale che avrà il compito di portare avanti l’ordinaria amministrazione e convocare l’assemblea elettiva prevista non prima della fine del prossimo maggio: prima ci saranno la pResentazione delle candidature e le assemblee di settore.
