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IN TRENTINO: ALTRI 9 DECESSI. PER IL QUINTO GIORNO CONSECUTIVO CALA IL NUMERO DEI NUOVI CONTAGI

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Sono dati ancora pesantemente negativi – ha detto – il presidente Maurizio Fugatti. Gli ultimi sul Coronavirus in provincia di Trento, ma non mancano segnali di speranza.
Nelle ultime 24 ore, sono stati 9 i decessi, la metà rispetto a sabato, 5 uomini e 4 donne fra 79 e 90 anni. Anche i contagi si sono abbassati a 87. 334 casi in totale a Trento, 214 casi ad Arco, Pergine 137, a Riva 79, a Rovereto 59. Più 22 casi nelle RSA con 1 nuovo decesso, sono 16 strutture sul territorio con più di 10 casi, il maggior numero ad arco 78, Pergine 71, Dro 51, poi Ledro, Bleggio Superiore, Gardolo, Pellizzano , Mezzolombardo, Riva del garda e Cles.
75 le persone ricoverate in terapia intensiva (52 a Trento e 23 a Rovereto) ad oggi ci sono 95- 100 posti complessivamente fra Trento e Rovereto, servono infermieri e ulteriori spazi, si sta valutando sospensione punto nascite di Cavalese fino alla fine dell’ emergenza.
Per il quinto giorno calo contagi, ma numeri restano tragici, siamo fra le prime realtà a livello territoriale ci si attende un picco di ricoveri per la fine della prossima settimana, e un numero alto di decessi ancora per -15-20 giorni.
Ancora una volta, il presidente ha richiamato i trentini a restare a casa avvisando di aver dato mandato al commissario governo di aumentare controlli e sanzioni.
L’assessora Stefania Segnana ha ringraziato le strutture d’ accoglienza e gli operatori del dipartimento politiche sociali, e ha ricordato che sono attivi i numeri di telefono degli psicologi per i popoli per chi ha necessità di parlare e del centro antiviolenza per le donne a rischio.
Segnana ha messo in guardia da truffe agli anziani: attenzione a chi si presenta a casa con la scusa di visite o tamponi.
Si è riscontrato ha detto il dottor Ferro che il 60% dei soggetti a distanza di 10gg resta positivo, si sta valutando un aumento del periodo di osservazione: chi era positivo, finchè test non si negativizza non deve avere contatti.
Oggi durante la conferenza stampa della Provincia per l’epidemia l’arcivescovo della diocesi di Trento Lauro Tisi ha sottolineato lo sforzo per continuare a fornire servizi ai più in difficoltà attraverso la Caritas, e per portare la parola di Dio attraverso il web.
Stare a casa – ha detto Tisi – è un atto d’amore per gli altri, la chiusura delle chiese per quanto dolorosa, è un atto evangelico per tutelare la salute. Del resto oggi Dio è lì dove si sta soffrendo: negli ospedali, nelle case di riposo.
La più grande sofferenza – ha detto don Lauro – è quella per gli anziani che muoiono soli, ma anche qui – ha detto – la luce arriva dalla grande dedizione degli operatori sanitari.