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TARFUSSER: NON FU PECULATO

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Due anni e mezzo di indagini per un passaggio di un chilometro su un’auto di servizio. Tanto è costata alla collettività l’archiviazione del procedimento aperto verso l’ex procuratore capo di Bolzano Cuno Tarfusser, accusato di peculato in concorso per aver approfittato, assieme al sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, quando già era passato alla Corte Internazionale dell’Aia, del passaggio di un carabiniere su un’auto di servizio da Piazza Sernesi fino ad una pizzeria di Viale Druso. Un chilometro di strada per il quale già una volta la Procura aveva chiesto l’archiviazione, ma soltanto “per la tenuità del fatto”, dunque con iscrizione sul casellario giudiziario e pregiudizio per la carriera dell’ex procuratore, che aveva presentato ricorso. Oggi, l’archiviazione definitiva, richiesta dal Gip Emilio Schoensberg e basata su una sentenza della Cassazione del 2019 secondo la quale “non è configurabile il reato di peculato nell’uso episodico e occasionale di un’autovettura di servizio, quando la condotta abusiva non abbia leso la funzionalità della pubblica amministrazione e non abbia causato un danno patrimoniale apprezzabile”, ma anche sulla scarsità di prove: in due anni e mezzo di indagini, non si è chiarito se Tarfusser, che aveva telefonato al carabiniere (ancora indagato assieme al suo collega) che lo aveva accompagnato da “Zio Alfonso”, telefonata per cui il peculato era stato attribuito solo lui e non anche al sindaco, avesse o meno richiesto il passaggio in questione, e se al ritorno dal ristorante fosse rincasato a piedi o meno. Archiviazione “per infondatezza del reato”, dunque, senza conseguenze sul casellario giudiziario del magistrato, oggi sostituto procuratore in Corte d’Appello a Milano, che per 25 anni era stato in servizio alla Procura di Bolzano, 8 come Procuratore Capo, prima della promozione al Tribunale penale internazionale. Il giudice ha dunque accolto la tesi del difensore di Cuno Tarfusser, l’avvocato Francesco Coran.