“Non possiamo accettare che altri paesi vicini a noi facciano fughe in avanti, mentre noi restiamo ad attendere”. L’ha dichiarato oggi il Presidente trentino Maurizio Fugatti, nel corso della consueta conferenza stampa pomeridiana con gli aggiornamenti Covid. “L’Austria” – ha detto – “che inizialmente voleva aprire, poi ha deciso di chiudere, oggi è tornata ancora una volta sulla questione ipotizzando di aprire dal 20 dicembre, almeno per i non turisti. Non vorremmo” – ha sottolineato Fugatti – “che si trattasse di una tappa di un percorso per poi arrivare ad aprire per tutti, mentre noi restiamo qui ad attendere. Di conseguenza” – ha aggiunto – “è sempre più urgente una azione diplomatica con gli altri paesi europei, azione che mi dicono il primo ministro Conte stia mettendo in atto. Al netto della sicurezza sanitaria, non possiamo accettare che paesi a noi vicini inizino a fare fughe in avanti e noi facciamo fughe indietro. Questo ci preoccupa. Domani sapremo lo stato delle cose.”.
Domani mattina è infatti in programma una nuova conferenza Stato-Regioni, da cui dovrebbe emergere l’intenzione del Governo.
Il Trentino ha chiesto, qualora la situazione sanitaria restasse sotto controllo, di aprire gli impianti almeno per chi pernotta in alberghi e appartamenti. “le aspettative” – ha però detto Fugatti – “sono poche”. Il Governo non sembra intenzionato a concedere molte aperture.
In ogni caso, il Presidente trentino ha escluso azioni di forza come quella che sta mettendo in atto la Val d’Aosta. “Loro” – ha detto – “fanno bene a far valere l’autonomia, ma hanno una situazione diversa, molto più rigida, essendo zona rossa”. “Mettere in atto una forzatura attraverso una legge regionale per prevedere non la riapertura dei negozi come in Val d’Aosta, ma semmai la sera dei ristoranti e eventualmente gli impianti, è un tema delicato che deve essere attenzionato con particolarità, il rischio è che il Governo la impugni, essendo questione di sicurezza sanitaria, col rischio di perdere al tar, non so se gioco vale candela.”
Abbiamo invece chiesto al governo, se la situazione sanitaria lo garantisce, di poter valutare una riapertura temporanea, anche solo di una settimana, delle scuole prima di Natale, anche per prepararci al 7 gennaio e ingranare gradualmente per essere più pronti dopo l’Epifania.
