La valanga del 18 gennaio del 2017 che ha travolto il resort di Farindola (Pescara) causando la morte di 29 persone è stata dovuta essenzialmente alla fitta nevicata, tre metri, caduta nelle 72 ore precedenti.
Il terremoto non ha avuto, con grandissima probabilità, alcuna incidenza. Questi fenomeni producono sovraccarichi sul manto nevoso preesistente equivalenti solo a pochi centimetri di neve fresca.
Questo quanto sostiene, il professore dell’Università di Trento, Nicola Pugno, esperto della meccanica della frattura che ha pubblicato insieme al professore Giorgio Rosatti, uno studio nel quale si evidenzia che non c’è, ad oggi, correlazione scientifica tra terremoto e distacco della valanga.
Le risultanze di Pugno vanno a confutare la tesi opposta sostenuta da alcuni professori dell’Università D’Annunzio di Chieti- Pescara, consulenti tecnici degli imputati, secondo cui i terremoti avrebbero invece rivestito un ruolo dirimente.
Il professor trentino dimostra che “il loro ragionamento porta all’assurdo che ogni terremoto (o anche ogni minima vibrazione) risulterebbe causa di distacco di una valanga successiva, anche di anni”.
Lo studio è stato eseguito su incarico dei legali di Giampaolo Matrone, unico sopravvissuto con la figlia alla tragedia dell’hotel di Rigopiano.
