Guerra e crisi energetica, l’Italia rischia il collasso. Anche in Trentino sono arrivati i primi segnali di allarme del caro bollette che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese.
Consapevoli che soluzioni pronto uso non ce ne sono, al momento l’unica via percorribile sembra essere quella della diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas.
Maggiori quantità verranno acquistate dall’Algeria, ma anche dall’Azerbaijan, dalla Tunisia, dalla Libia e dal Qatar.
C’è poi la partita del gas liquefatto trasportato via mare, con cui sia l’Italia che l’Unione europea avevano già provato a difendersi dall’instabilità dei prezzi del gas importato dalla Russia.
Sul medio lungo periodo gli sforzi maggiori vanno indirizzati verso la transizione ecologica, puntando all’ aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili.
C’è poi una prospettiva futura per quanto riguarda le imprese che potrebbero trovare giovamento partecipando alle cosìdette comunità energetiche. Ne abbiamo parlato con Maurizio Fauri, docente del Dipartimento di Ingegneria Ambientale dell’ Università di Trento.