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LE MINORANZE LINGUISTICHE

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L’accordo Degasperi – Gruber firmato il 5 settembre 1946 recita testualmente: “È concesso alle popolazioni delle province di Bolzano e Trento l’esercizio di un potere legislativo ed esecutivo regionale autonomo”. Il testo dell’accordo venne accluso al trattato di pace italiano del 10 febbraio 1947. Successivamente lo Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige approvato dall’Assemblea costituente italiana (incaricata di scrivere la Costituzione dell’Italia repubblicana e post-fascista), è diventato la legge costituzionale n. 5, promulgata il 26 febbraio del 1948. I trentini e i sudtirolesi indicano solitamente questo Statuto come il primo Statuto di Autonomia, per distinguerlo dal secondo Statuto, che è del 1972.
Il primo Statuto rappresenta una conquista dei popoli trentino e altoatesino-sudtirolese, uniti da molteplici legami storici, geografici e culturali. Popoli di confine, lungo l’asse del Brennero, principale via di comunicazione fra mondo italiano e tedesco, la loro natura ha fatto sì che l’Autonomia avesse il suo fondamento nel rispetto e nella valorizzazione delle minoranze. Per quanto riguarda il Trentino, ciò significa in primo luogo tutela della minoranza ladina (che abita gran parte dell’area dolomitica) e delle piccole comunità germanofone (i Mocheni che abitano la valle del Fersina e i Cimbri dell’altopiano di Luserna).