La Corte d’assise d’appello di Trento ha confermato la condanna di primo grado a carico di marito e suoceri di una giovane pakistana che dopo essere stata costretta al matrimonio, viveva segregata in una casa di Trento, vittima di soprusi, maltrattamenti e violenze.
La donna era riuscita a fuggire dalla famiglia e a denunciare la sua situazione.
Confermata in appello la condanna a otto anni di reclusione per il coniuge e a quattro anni per i suoceri.
