È impossibile “ingegnerizzare il tempo di rottura della fune”, cioè non è possibile datare con precisione il tempo intercorso tra la comparsa dei primi segni di degrado della fune traente dell’impianto del Mottarone e la sua rottura definitiva, avvenuta il 23 maggio del 2021. A sostenerlo è l’ingegnere Ferruccio Levi, consulente di parte dell’avvocato Paolo Corti, legale dei vertici della società altoatesina Leitner, intervenuto in aula questa mattina a Verbania nel corso dell’ottava udienza dell’incidente probatorio disposto per far luce sulle cause dello schianto, costato la vita a 14 persone.
Ieri, Andrea Gruttadauria, consulente della difesa di Gabriele Tadini, caposervizio della funivia del Mottarone, aveva dichiarato che 13 mesi prima dell’incidente i danni alla fune erano già visibili. Secondo Levi, la formula matematica
utilizzata da Gruttadauria non è applicabile alle funi, perché riferita ad altri materiali. “Se così fosse – ha riportato l’avvocato di Leitner Corti – bisognerebbe riscrivere tutte le norme europee” in materia di funi.
