Chiusura del ciclo dei rifiuti e inceneritore: se n’è parlato in una conferenza di informazione a palazzo trentini in previsione della discussione politica in aula.
La produzione di rifiuto residuo, quindi non differenziabile, in Trentino è ancora di 80.000 tonnellate.
Ci sono spazi di miglioramento per la differenziata ma rimarrà sempre il problema di una considerevole massa di residuo – ha detto l’ ingegnera Chiara Lo Cicero di Appa secondo cui il “rifiuti 0” non esiste, e rimane sempre un 10% di indifferenziata che la normativa impone di gestire, ma senza discariche non lo si potrà fare. Un dato su tutti tra quelli riportati da Appa: il traffico A22 di un giorno produce il 20% delle emissioni dell’inceneritore in un anno.
I costi di smaltimento, ha ricordato poi Lo Cicero, sono passati da 170 euro a 300 euro a tonnellate lo scorso anno. “L’obiettivo fondamentale – secondo Lo Cicero – è valutare l’eventuale necessità di un impianto di trattamento termico del rifiuto ma sta alla politica decidere” ha detto.
Alla conferenza era presente anche Luigi Crema dell’Fbk che ha parlato delle tecnologie degli impianti di termovalorizzazioni affermando che le tecnologie permettono una riduzione di inquinanti vicino allo zero producendo energia e calore.
I rischi per la salute ci sono, anche se si rispettano i limiti di legge, ha sottolineato invece il dottor Paolo Bortolotti di Medici per l’ambiente intervenuto sull’impatto sulla salute di un termovalorizzatore. Bortolotti ha messo in guardia sul fatto che le sostanze tossiche sono più di quelle conosciute e che quelle che vengono misurate sono solo una piccola parte.
