In Trentino i redditi medi da lavoro non solo sono più bassi dell’Alto Adige, ma i lavoratori dipendenti ricevono compensi minori anche rispetto al Nordest e di oltre il 5% pure rispetto alla media italiana.
Una dinamica che pesa in particolare sui giovani tra i 20 e i 34 anni, insieme alle donne anello debole del mercato del lavoro.
I ragazzi trentini sono più esposti al rischio di impieghi precari e retribuzioni povere rispetto ad esempio ai cugini altoatesini.
Dato che influisce sulla bassa natalità e i bonus nascita si dimostrano inefficaci.
I lavoratori trentini sono più esposti al rischio povertà, rischio che in Alto Adige cala per le lavoratrici.
Sono alcuni elementi che emergono dallo studio condotto dal professor Paolo Barbieri con Filippo Gioachin dell’università di Trento, presentato nel pomeriggio alla Camera di Commercio.
L’analisi considera gli stipendi di 170mila lavoratori dipendenti del settore privato tra il 2018 e il 2020.
Nel 2018 la retribuzione media annua a Bolzano era di quasi 23.200 euro, nel Nordest 22.800 euro, in Trentino 20.500, contro la media italiana di 21.700 euro.
Trend confermato anche nei due anni seguenti.
Il divario fra Trentino e Alto Adige è di 300 euro per un operaio, 600 euro per un impiegato.
La differenza maggiore fra le due province autonome è nel comparto ricettivo e della ristorazione: in questo settore in la retribuzione media giornaliera è il 20% maggiore a Bolzano rispetto a Trento, dato segnato dalla mancanza di un contratto collettivo territoriale che però è stato siglato di recente.
Unico settore in cui le retribuzioni trentine superano quelle altoatesine è il trasporto grazie alla contrattazione integrativa di cui godono i lavoratori del trasporto pubblico locale.
Negli ultimi 30 anni, l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui i salari calano invece di crescere.
