Dai ragni alle zecche, dagli imenotteri alle vipere. In estate in montagna sono sempre più frequenti le punture di insetti e i morsi di animali che, se non curati correttamente, possono anche rappresentare un rischio per la salute. Ecco quindi alcune raccomandazioni utili per affrontare al meglio questi incontri non proprio desiderati che possono causare eruzioni cutanee, reazioni allergiche, e come complicanze più gravi, nel caso della zecca, manifestazioni neurologiche come meningoencefaliti.
In caso di puntura o morso la prima cosa da fare, anche se sembra scontato, è quella di mantenere la calma: l’agitazione, infatti, accelera il battito cardiaco contribuendo ad una dispersione più veloce del veleno dell’animale in questione. Se non si è correttamente informati è meglio evitare manovre da “manuale di sopravvivenza” e chiamare i soccorsi componendo il numero unico per le emergenze 112. Ovviamente la chiamata di allarme va fatta immediatamente se ci sono manifestazioni respiratorie o svenimenti. In questi casi, un intervento tempestivo può salvare la vita.
Nel caso in cui si è stati morsi da una zecca, che ha la caratteristica di inserirsi sottopelle è importante procedere con la sua rimozione attraverso una procedura ben precisa. Bisogna afferrare la zecca con una pinzetta dalle punte sottili e con un movimento continuo e rotatorio estrarre il parassita. Una volta eliminata la zecca è opportuno disinfettare l’area interessata dal morso e tenerla sotto costante osservazione per un mese visto che la puntura di zecca può trasmettere all’uomo malattie molto pericolose. Un esempio ne sono la malattia di Lyme (diffusa in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige) e la meningoencefalite da zecche (diffusa in Veneto e, in generale, nell’Europa settentrionale e centro orientale).
Camminando in montagna è possibile imbattersi in una vipera che se spaventata potrebbe morderci. Il morso di vipera risulta fatale soltanto nello 0,1% dei casi e quasi sempre la mortalità dipende da complicazioni collaterali come reazioni allergiche, infarti o ictus e non dall’effetto diretto del veleno. Le vipere del Trentino e quelle dell’Appennino tosco-emiliano generalmente hanno un veleno più concentrato.
La persona morsa deve evitare qualsiasi movimento perché questo velocizzerebbe la distribuzione del veleno nell’organismo. Per questo, la posizione ideale è quella supina. La porzione di cute interessata deve essere lavata con acqua e sapone, poi disinfettata con soluzioni prive di alcol dal momento che questo aumenta la tossicità del veleno.
Se il morso è localizzato nell’arto superiore, è consigliabile sfilare anelli e bracciali o orologi prima della comparsa del gonfiore. Deve essere poi applicato un laccio a circa 5-6 cm a monte della ferita per fermare la circolazione linfatica che veicola il veleno. Attenzione però a non stringere eccessivamente il laccio (deve poterci passare un dito) perché si corre il rischio di bloccare la circolazione sanguigna.
Sulla zona del morso può essere applicato del ghiaccio. Indispensabile è chiamare i soccorsi e dare l’allarme chiamando il 112.
