A tre mesi esatti dalla morte di Andrea Papi, il 26enne ferito a morte dall’orsa Jj4 nei boschi sopra l’abitato di Caldes in Val di Sole, la famiglia scrive una lettera amara in cui si legge: “Sono passati tre mesi esatti dalla tragedia e, purtroppo, dobbiamo constatare che non è cambiato nulla. Anzi, si continua a parlare sempre e soltanto delle condizioni di salute dell’orsa, dimenticando che noi abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un dramma immenso e che non riusciamo a darci pace”. “Nessuno si è scusato o si è preso la responsabilità di quanto accaduto”. “Andrea è stato il martire di un progetto politico che ora risulta fuori controllo. Basta aggressioni e basta vittime: vogliamo vivere tranquilli a casa nostra”, scrivono così i famigliari che chiedono di non chiamare il giovane ‘runner’. La famiglia Papi chiede giustizia per Andrea e tutela per tutti i frequentatori dei boschi e precisa che nella zona in cui Andrea è stato aggredito non c’erano dei cartelli informativi a segnalare la presenza del plantigrado.
