Prosegue l’indagine di Celledizzo in Val di Pejo. Sono 26 le armi esaminate finora dai carabinieri del Ris di Parma, tuttavia ad oggi non vi è nessuna certezza sul fucile che ha sparato a Massimiliano Lucietti il 31 ottobre del 2022. Dopo oltre otto mesi dai fatti, la vicenda rimane ancora un mistero. La ricerca si concentra sulle armi per capire da quale fucile sia partito il proiettile che ha causato la morte di Massimiliano Lucietti. Fra queste armi, anche la calibro 270 di Maurizio Gionta, il cacciatore cinquantanovenne che aveva dato l’allarme e che il giorno successivo alla morte di Lucietti si era tolto la vita con un colpo d’arma da fuoco. La relazione aveva confermato che sul corpo del 24enne non c’erano segni di lesioni da difesa e il colpo alla nuca era stato definito “a distanza”, non si era trattato quindi di un colpo a bruciapelo. Dalle analisi condotte finora non emergono riscontri tali da stabilire con certezza scientifica quale arma abbia sparato. In questi giorni l’esame verrà ampliato ad altri fucili appartenenti ad altri cacciatori di Celledizzo e dintorni, anche di calibro diverso da quello di Gionta.
