Le sigle animaliste Enpa, Leidaa e Oipa hanno impugnato dinanzi al Tar di Trento, chiedendone l’annullamento, il decreto provinciale n. 41 dello scorso 24 luglio con cui il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha ordinato di uccidere due lupi nella zona della Malga Boldera.
L’ordinanza era già stata impugnata davanti al Tar, impugnazione che era stata respinta.
La misura inoltre ha avuto anche il semaforo verde dall’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Nell’annunciare il ricorso le sigle ambientaliste riferiscono di accertamenti condotti sul posto dall’etologa Ivana Sandri, i quali avrebbero dimostrato che gli animali predati della Malga erano detenuti in condizioni simili più al pascolo brado che alla diligente custodia prescritta dalla normativa europea. Da tali accertamenti è altresì emerso che l’unica misura di prevenzione adottata dagli allevatori, citata nello stesso decreto Fugatti, era non solo insufficiente, ma inadatta allo scopo. Alcune zone della Malga sono infatti risultate del tutto prive di recinzione.
Altro punto critico del decreto di Fugatti, proseguono le sigle, è quello relativo all’individuazione degli esemplari da uccidere. Infatti, leggendo il provvedimento, non si comprende né con quale criterio si debbano scegliere i “condannati morte” né quali effetti concreti avrà la loro uccisione sulla sopravvivenza e, di conseguenza, sulla conservazione del branco
