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COME SAPER RICONOSCERE E LEGGERE I SEGNALI SUI SENTIERI DI MONTAGNA

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Anche con l’avvento di app e navigatori Gps per chi frequenta la montagna è fondamentale saper leggere e interpretare i segnali presenti sui sentieri che rappresentano un aiuto insostibuile per orientarsi sulle vette, capire distanza, direzione e grado di difficoltà di un’escursione. I segnavia più comunemente noti sono quelli bianchi e rossi del CAI, benché non siano gli unici che ormai si incontrano sui sentieri di montagna o lungo i cammini.
La segnaletica dei sentieri è di due tipi: segnaletica principale, detta anche verticale, e quella secondaria, detta anche orizzontale o intermedia.
La segnaletica principale è generalmente costituita dalle tabelle segnavia poste all’inizio del sentiero e agli incroci più importanti che contengono informazioni sulle località di posa con nome e quota del luogo o di destinazione (meta ravvicinata, intermedia e di itinerario) con i tempi di percorrenza calcolati per un escursionista medio e numero di sentiero; altri tipi di tabelle sono previste per i sentieri tematici, per invitare a camminare entro il sentiero, per i sentieri attrezzati, per le vie ferrate).
La segnaletica secondaria invece è formata da segnavia a vernice di colore bianco-rosso o rosso-bianco-rosso (detto anche bandierina e che contiene il numero del sentiero) posti all’inizio e lungo il sentiero, su sassi o piante, utilizzati per offrire l’informazione di continuità e conferma del percorso.

Quando ci si trova in un ambiente impraticabile per l’installazione della segnaletica orizzontale si possono trovare dei picchetti o degli ometti di pietra (che hanno la stessa funzione), solitamente installati in luoghi aperti d’alta montagna.

Diversi sono i gradi di difficoltà dei sentieri escursionistici. La scala di difficoltà è stata definita a livello nazionale dal CAI, Club Alpino Italiano, che li ha classificati secondo una valutazione che tiene conto di tre parametri oggettivi fondamentali: il dislivello, la distanza planimetrica, la segnaletica del percorso.

Ecco il significato delle varie sigle.

T: Itinerario Turistico Si svolge su stradine, mulattiere e sentieri comodi privi di tratti esposti. Ben segnalato e poco faticoso.
E: Itinerario Escursionistico Si svolge su sentieri di terreni vari, più o meno sconnessi (pietraie, pascoli…), ben segnalati. Possono esserci pendii, nevai, passaggi attrezzati non esposti. Richiede un certo senso di orientamento, una certa esperienza e conoscenza dell’ambiente alpino, allenamento alla camminata, scarpe ed equipaggiamento adeguati. Sono di questo tipo la grande maggioranza dei percorsi escursionistici sulle montagne italiane.
EE: Itinerario per Escursionisti Esperti Si svolge su terreno vario, che può prevedere pendii ripidi e scivolosi, pietraie, tratti rocciosi con qualche difficoltà tecnica, come vie ferrate poco impegnative. Possono esserci tratti privi di segnalazione e di punti di riferimento noti. Per affrontarlo ci vogliono buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate.
EEA: Itinerario per Escursionisti Esperti con Attrezzatura Alpinistica Si svolge su percorsi attrezzati o su vie ferrate; deve essere affrontato con adeguata attrezzatura ed esperienza.

Ci sono poi altri segnali secondari che può capitare di trovare lungo i percorsi. Si tratta di cartelli di colorazione giallo-blu o bianco-verdi che indicano anelli escursionistici locali.