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EVENTI E INCONTRI NEI PALAZZI DELLE ISTITUZIONI PER LA GIORNATA DELLA AUTONOMIA

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Oggi in Trentino Alto Adige si celebra la giornata dell’Autonomia. Il 5 settembre è il giorno in cui nel 1946 fu firmato l’accordo fra Alcide de Gasperi e Karl Gruber che segna la nascita dell’autonomia regionale.
A 77 anni dal patto, anche noto come accordo di Parigi, giunta e consiglio provinciale di Trento hanno organizzato una serie di incontri nei palazzi delle istituzioni.
In mattinata si è svolto il triplice appuntamento con il “Forum dell’Autonomia” con interventi di esperti e istituzioni che si sono confrontati per uno scopo comune raggiungere bambini e ragazzi e far conoscere la storia e i principi alla base dell’autonomia provinciale. L’idea per il futuro è quello di spostarsi da un approccio didattico a un metodo esperienziale.
Alle 16.30 alla sala Depero si è svolta la cerimonia ufficiale con gli interventi delle istituzioni. Il primo a prendere la parola è stato il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder che ha parlato della sua proposta di nuovo patto Italia- Austria con un ente che vada oltre il Gect con competenze prima di tutto economiche. Il presidente dei Comuni trentini, Paride Gianmoena, ha parlato dell’importanza dei vari livelli dell’autonomia che vanno rafforzati anche a statuto invariato.
Proprio lo statuto del 1972 ha fatto da sfondo alle riflessioni con l’ipotesi di riformarlo di fronte alle riforme nazionali già approvate e in atto.
Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha parlato di autonomia come modello per la risoluzione dei conflitti nelle zone di confine pur nelle peculiarità di ciascuna situazione. Di qui un appello alla pace. Fugatti ha inserito in questo contesto la decisione di dar vita a un centro studi per l’autonomia. Il presidente ha detto che è il tempo di procedere ad una revisione dello statuto di autonomia per recuperare competenze erose in questi anni. Va prevista ad esempio l’intesa fra Stato e autonomie speciali per quanto riguarda le leggi e non il semplice parere delle regioni e province autonome. È bene però per Fugatti muoversi negli ambiti ed enti istituzionali già presenti.
A seguire l’intervento degli storici che hanno contestualizzato l’autonomia fra passato e futuro scacciando il luogo comune di autonomia come privilegio.